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DISSOLVENZE di Francesco Garuti

Mercoledì 27 Novembre appuntamento con l'Autore.

E' un po di tempo che corro dietro a Francesco, da quando ho visto, almeno un anno fa, la brochure della sua recente esposizione “Dissolvenze” nello studio di un comune amico. Generalmente quando mi interessa il lavoro di un Autore, vado a curiosare sul Web alla ricerca di informazioni. Questa volta, con grande disappunto e stupore, ho trovato pochissime notizie e Francesco è diventato subito un personaggio misterioso. Riporto di seguito poche e sintetiche note biografiche inviatemi, per posta elettronica, dopo alcune telefonate e messaggi whatsApp intercosi con il nostro ospite: Francesco Garuti nasce a Poggio Renatico. Nel 1974 si diploma all'istituto d'Arte Dosso Dossi di Ferrara. fotografo professionista dal 1979. Onestamente che avesse una formazione artistica non avevo dubbi, tra le informazioni che Francesco mi ha inviato apprendo con grande sorpresa che in passato ha partecipato al gruppo POLASER, mi sembra molto interessante. Sperimentatori su pellicola Polaroid, molto attivi dal 1998 al 2017, Il gruppo prende vita a Massa Marittima da un' idea di Pino Valgimigli, ma viene fondato ufficialmente a Faenza, nel maggio del 2000 assieme a nomi come Maurizio Galimberti, Franco Fontana e appassionati di fotografia a sviluppo immediato. Il Gruppo Polaser, purtroppo, ha cessato l’attività nel febbraio 2017. Riporto di seguito un brano significativo tratto da un'altro articolo che mi trova del tutto in accordo : “La limitazione dei mezzi determina lo stile, dà vita a nuove forme e dà impulso alla creatività” (George Braque). Questa frase di George Braque scelta da Pino Valgimigli, quando nel 1998 creò il Polaser potrebbe anche tradursi in: “non c’è bisogno di fotocamere super accessoriate, super costose per realizzare una buona foto, ma servono idee, che rivestite da un progetto e dalla curiosità e fantasia possono indirizzare ogni autore a trovare un proprio percorso”. In tutte le proposte del gruppo, c’è sempre stato un richiamo alla storia dell’arte, con le contaminazioni fotografia/pittura, fotografia/poesia, fotografia/letteratura, fotografia/cinema/, fotografia/musica.

Il nostro misterioso ospite assieme al gruppo Polaser ha partecipa ad alcune mostre collettive:

- Il Potere dell'immaginazione, esposta A Dozza nel Bolognese. Le Polaser Imaginaire - Galleria Art Core espace Moliere e Le Pouvoir del'Imagination, Maison d'Italie - Citè internationale Universitaire de Paris, Parigi Francia. Tra le mostre personali le più importanti sono:

- In Memoriam Redigere – Gente di Fotografia - Libreria Dante – Quattro Canti di città – Palermo. Arredi Urbani, Bondeno – Società Operaia. Polaroid, Metafisical Body - Comacchio. Le sue immagini sono presenti anche nel libro MAGICOPOLARSERVIVERE, curato da Maurizio Galimberti e Pino Valgimigli. Per il lavoro "Dissolvenze", di cui avremo il piacere di vedere fisicamente alcune stampe di grande formato riporto integralmente il testo stampato, a cura di Paolo Orsatti scritto nel 2018 sulla famosa brochure, “oggetto trovato” casualmente nello studio di un comune amico.

Lobjet trouvè “oggetto trovato” è la base da cui trae ispirazione Francesco Garuti per confezionare le proprie opere.Con un sapiente assemblaggio estetico, Garuti cattura fotograficamente l'oggetto, spesso spiaccicato sul selciato, per poi “farlo rinascere” attivando digitalmente una serie di effetti pittorici. Umilissimi oggetti catturati,trovati casualmente, si trasformano e si dissolvono in soggetto artistico: bottiglie, farfalle, foglie secche, corde ed anche un rospo assumono nuove identità cromatiche immerse in ampie campiture digitali ottenute con gradevolissime textures. Non privo di un passato di studi artistici, Garuti rifiuta la fotografia legata al reportage e al fotogiornalismo, realtà e rappresentazione estetica, dolore e bellezza, sofferenza, tragedie e uso massmediatico delle stesse. La fotografia è arte, tecnologia, significato , di cui il contenuto è il risultato della memoria di un dispositivo tecnico e/o tecnologico. Fotografia che riesce a “trasformarsi” agli occhi di molti in oggetto creativo che veicola contenuti, i quali sono però costruiti dalla sensibilità individuale dell'autore. Garuti abbatte il confine tra immagine e supporto tecnologico, dando vita alla fotografia creativa; Concentrandosi su una questione centrale cosi ben delineata da Walter Benjamin:”L'elemento decisivo per la fotografia resta sempre il rapporto del fotografo con la sua tecnica”. La riproduzione fotografica ripete l'opera d'arte sottraendole l'autenticità che ne costituiva nel passato la caratteristica fondamentale, l'essenza stessa dal punto di vista della fruizione, che si trasforma in consumo.





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